Lo Zampino
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Babbo Natale: la storia di una tradizione

Babbo Natale

Negli ultimi anni, ahimè, non facciamo in tempo a salutare scheletri, fantasmi, streghe e zucche che ecco pronti, nelle vetrine dei negozi e nelle pubblicità, anziani con barba bianca e occhiali tondi vestiti di rosso. Con loro, pupazzi di neve che, con l’avanzare del cambiamento climatico, forse tra pochi anni saranno solo un lontano ricordo, panettoni, pandori, biscotti e casette di marzapane, il cui prezzo è inversamente proporzionale alle dimensioni della scatola.

Ma non è del consumismo sfrenato o di scenari apocalittici che voglio parlare.
Vi voglio raccontare una storia che, da bambina, mi è stata narrata più volte e a cui sono particolarmente legata.
Si tratta delle origini del mito, e della fortuna, di Babbo Natale.


Le origini

Babbo Natale, così come lo conosciamo oggi, è l’evoluzione e la combinazione di più personaggi tramandati negli anni nella leggenda.
Il più noto tra questi è San Nicola di Myra, in Turchia, vissuto nel IV secolo, famoso per la sua generosità.
Da quanto si narra, egli aiutò un padre che non aveva possibilità economiche a far sposare le sue tre figlie, fornendo loro una dote.
Si tramanda che il Santo, per aiutare l'uomo, avrebbe fatto cadere tre sacchetti pieni d’oro dal comignolo del camino della casa dell’uomo. Alcune monete sarebbero finite proprio nelle calze che la famiglia aveva appeso lì vicino ad asciugare...
L’immagine tipica del Santo, per chi già la conosce, lo vede raffigurato con il Vangelo e tre palle d’oro, che simboleggiano i tre sacchetti di monete d’oro donati alle fanciulle.

Babbo Natale oggi


Il Babbo Natale moderno, invece, è nato poco più di 200 anni fa dall'inglese Santa Claus.
La sua prima comparsa pubblica si ebbe nel 1773, quando l'immagine di Santa Claus fu utilizzata su un giornale di New York. Successivamente, fu nel 1809, che lo scrittore W. Irving ne descrisse le caratteristiche, basandosi sulla figura della tradizione olandese di Sinterklaas.
Questo, importato in America dai coloni olandesi nell'Ottocento, era descritto come un santo protettore dei bambini, che veniva raffigurato con la barba bianca e il cappello rosso. La sua celebrazione si teneva ogni 5 dicembre, giorno in cui l'uomo avrebbe portato doni ai bambini, lasciandoli all'interno di una delle sue scarpe.
Nel 1823, in una poesia, comparvero poi le prime renne, la tipica risata e l’abitudine di salire sui comignoli dei camini delle case, tutte caratteristiche tipiche della tradizione folkloristica ormai tramandata fino a oggi. Man mano, con il passare degli anni, la tradizione si arricchì di nuovi aneddoti e dettagli, come Rudolph, la renna dal naso rosso, che illuminava la strada di Babbo Natale, o la leggenda sul colore del vestito dell’anziano signore.
Fino al 1843, nell’opera di Dickens Canto di Natale, il personaggio dello Spirito del Natale indossava un mantello verde con l’orlo della pelliccia bianco.
Babbo Natale in rosso, a scapito di quanto si pensi, non è stato “inventato” dalla Coca-Cola, ma da Thomas Nast nel 1862. L’artista non solo definì l'immagine dell'uomo a cui siamo abituati, ma si occupò di inserire, nelle edizioni natalizie della rivista Harper’s magazine, anche altri dettagli, come il laboratorio di giocattoli al Polo Nord e la lista dei bambini buoni e cattivi.
Il vestito rosso, comunque, deve la sua fortuna alla pubblicità realizzata negli anni Trenta da Coca-Cola.

Così, tra monete d’oro, camini fumanti e renne che corrono nel cielo, Babbo Natale continua a cavalcare gli anni, come un filo invisibile che unisce passato e presente, ricordandoci che, finché sapremo credere nella generosità e nella meraviglia, la magia del Natale non smetterà mai di esistere.