Se avete mai avuto un'insegnante preferita nel corso dei vostri anni di scuola, allora siete nel posto giusto.
Noi conosciamo una persona che avrebbe potuto fare al caso vostro: dolce e umile, quanto preparata. Una che oltre ad essere una professoressa della scuola secondaria di primo grado, è anche una traduttrice di romanzi. Tra le sue grandi passioni, ci sono i viaggi e la voglia di cambiare le cose, partendo dal mondo dell'istruzione.
Eccoci qui, cominciamo con una breve presentazione?
Ho 31 anni, sono di Casarano, paese in provincia di Lecce e, per quanto riguarda dove vivo, è un work in progress. Ho vissuto gli ultimi nove anni a Pisa e ora sono in procinto di spostarmi in Salento (tra Ostuni e Francavilla Fontana) per lavoro. Sono insegnante di inglese nelle scuole secondarie di primo grado e traduttrice di romanzi.
Hai studiato prima in Salento, tua regione geografica di origine, poi a Pisa. Come mai hai deciso di cambiare città?
Ho studiato Scienze e Tecniche della Mediazione linguistica all'Università del Salento, per poi trasferirmi a Pisa per studiare Traduzione Letteraria, mia passione da sempre e oggi mio lavoro dei sogni.
A livello di studi, ho trovato una grande differenza tra le università, con una preferenza per l'Università del Salento, in cui i corsi erano molto più pratici e orientati verso il futuro lavorativo. A Pisa, invece, nonostante la materia fosse molto pratica, i corsi erano più teorici.
A livello di vita personale, però, a Pisa ho iniziato a vivere la vera vita universitaria da fuori sede: per me è stato un cambiamento impagabile e molto significativo
Sei una traduttrice, ma insegni lingue: quale percorso hai intrapreso per l'abilitazione all'insegnamento?
Mentre frequentavo la magistrale, sono stati introdotti i 24 CFU per l'abilitazione all'insegnamento (pedagogia, psicologia, metologie didattiche e antropologia) e, nonostante insegnare non fosse il mio obiettivo principale, ho pensato di sostenere gli esami per 'tenermi pronta a ogni evenienza'. Purtroppo, però, con il passare del tempo, la laurea e i 24 cfu non erano più sufficienti per essere abilitati a insegnare. Io ho ottenuto l'abilitazione superando un concorso ordinario nel 2020, ma so che oggi non basta più nemmeno quello. È necessario completare un percorso abilitante di 36 o 60 CFU, a pagamento.
Secondo la tua esperienza, quali sono le principali difficoltà che deve affrontare chi vuole entrare nel mondo della scuola?
Sono tante... Innanzitutto, riuscire a entrare in un contesto complesso e a stabilizzarsi. La vita da precari è molto dura: è difficile non sapere mai se si lavorerà e dove, cambiare scuola di continuo, dover salutare ogni anno le proprie classi...
E poi, lavorando con i ragazzi, le difficoltà sono all'ordine del giorno e bisogna prendere in considerazione molti aspetti: la maleducazione e la mancanza di rispetto, i problemi socio-economici delle famiglie, i genitori assenti e quelli troppo presenti, i contrasti relazionali tra studenti, e così via. Una cosa è certa, a scuola, per professori e professoresse, non c'è mai tempo per annoiarsi!
Stai per tornare in Salento in pianta stabile: cosa ti aspetti da questo "ritorno"?
Dopo tanti anni fuori, il dispiacere nel lasciare Pisa, che per me è stata una vera e propria casa, è grande. Ma sono contenta di avvicinarmi alla mia terra d'origine e alle persone care. Non so bene cosa aspettarmi, ma spero in un po' più di stabilità e, soprattutto, di vivere inverni più soleggiati!
Quali altre passioni hai oltre a quella per le lingue straniere?
Adoro viaggiare, credo di avere questa passione nel sangue! Anche i miei genitori amano viaggiare e hanno trasmesso questo amore a me e a mia sorella. Sin da piccole, ci hanno portato ovunque con loro e, quando siamo diventate autonome, abbiamo iniziato a viaggiare per conto nostro. È una delle gioie della mia vita, è davvero qualcosa a cui non potrei mai rinunciare. Ancor prima di tornare da un viaggio, penso già a quello successivo!
Quale è il viaggio che ti è rimasto più impresso?
Tutti i viaggi che ho fatto sono stati importanti, ognuno per qualche motivo. Credo che quello che mi ha più colpito, fino ad ora, sia stato negli Stati Uniti. È stato il mio primo viaggio intercontinentale e non credevo di essere in grado di viaggiare per così tante ore di seguito su un aereo. Per me è stato stupendo vedere con i miei occhi ciò che prima avevo potuto vedere solo in TV o leggere nei libri. Passeggiare per Central Park, godermi il panorama del Gran Canyon, fare un giro tra le luci di Las Vegas... è stato un sogno.
Secondo te quanto è utile l’esperienza all’estero oggi?
È fondamentale viaggiare e scoprire di essere parte di un mondo più grande. Credo sia un'occasione in più per combattere l'ignoranza dilagante e il razzismo, e forse per educare le nuove generazioni all'accettazione e alla pace.
Quali sono gli episodi più curiosi legati all’apprendimento e all'insegnamento di una lingua?
Di una lingua mi incuriosiscono i giochi di parole e le espressioni idiomatiche. Sono profondamente legati alla cultura e alle tradizioni di un popolo e mi è sempre piaciuto andare a rintracciarne l’etimologia. Ci ho anche dedicato la tesi di laurea triennale, in cui ho preso in esame espressioni idiomatiche e giochi di parole presenti nei film Disney e ne ho analizzato la traduzione in italiano.
Per quanto riguarda l’insegnamento, mi piace molto lasciare che i ragazzi 'mettano le mani in pasta', giochino con il linguaggio e cerchino di esprimersi lasciandosi trasportare dal momento. Come dico sempre, non importa essere perfetti dal punto di vista grammaticale, ma bisogna concentrarsi sul far arrivare dall’altra parte il messaggio che vogliamo esprimere, anche se con qualche imprecisione.
Proprio per questo, l’aspetto che mi piacerebbe “svecchiare” della scuola è la valutazione. Come insegnanti, siamo ancora molto legati a programmi fissi e a test che mettono in luce il risultato finale. Mi piacerebbe vedere una scuola un po’ più attiva, che punti di più sul processo di apprendimento. In questo modo, secondo me, gli studenti si sentirebbero più liberi di mettersi in gioco.
Lucrezia Garofalo ha studiato Scienze e Tecniche della Mediazione linguistica all'Università del Salento, per poi conseguire la Laurea magistrale in Traduzione Letteraria presso l'Università di Pisa. Nel 2020 ha ottenuto l'abilitazione all'insegnamento nella Scuola primaria di primo grado superando un concorso ordinario.