Lo Zampino
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Montecristo: il primo amore non si scorda mai

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Ci sono libri che entrano nella tua vita in punta di piedi e poi non ti lasciano più. Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas è uno di quei romanzi per me.

Ricordo ancora, chiaramente, la prima volta che ne lessi un passo: ero in quinta elementare, e la maestra ci fece leggere la scena in cui Edmond Dantès riesce finalmente a fuggire dal terribile Castello d'If. Quel momento – la tensione, l’ingegno, la disperazione che si trasforma in speranza – mi rimase impresso e non mi abbandonò fino all’anno successivo, quando chiesi ai miei genitori di regalarmi il volume per Natale.

Da quel momento, Dantès non è più stato solo un personaggio: è diventato un simbolo. La sua trasformazione da giovane ingenuo a Conte, raffinato e implacabile, è qualcosa che non smette mai di affascinarmi. È un viaggio epico, non solo tra i luoghi e le identità, ma dentro il cuore umano, con le sue ombre, i suoi dolori e quella sete insaziabile di giustizia.

Rileggendolo negli anni, ho scoperto ogni volta qualcosa di nuovo: un dettaglio sfuggito, un dialogo carico di significato, una riflessione che da bambina certamente non avrei potuto cogliere. Perché Il Conte di Montecristo è così: cresce con te. Non è unicamente un romanzo d’avventura, ma una riflessione profonda su giustizia, identità, perdono e rinascita.

Se oggi dovessi scegliere un libro che mi ha formato, che mi ha fatto amare la letteratura e credere nel potere delle parole, sarebbe senza dubbio questo. È più di un libro preferito: è un compagno di viaggio e una fonte di ispirazione continua.

Dumas non ha scritto solo una storia di vendetta, ma un inno alla resilienza, alla rinascita, al potere della mente e della volontà. Ogni pagina è un colpo al cuore e un’occasione per riflettere su quanto le persone possano cambiare, per scelta o per necessità.


Perché leggere Il Conte di Montecristo

  • Perché la storia di Edmond Dantès insegna che c’è sempre una possibilità di riscatto.
  • Per scoprire quanto può essere forte l’ideale della giustizia.
  • Perché l’opera scritta da Dumas è un capolavoro letterario intramontabile, che trasporta nel racconto in modo vivido e intenso.