Lo Zampino
Lo Zampino

Uno pneumatico vista mare

Immagine1
Immagine2

Alle porte di un rinomato e lussuoso villaggio turistico della provincia di Brindisi, si sviluppa per circa 1100 ettari la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto che in mare, con un’area che raggiunge oltre il doppio, porta il nome di Area Marina Protetta di Torre Guaceto. La prima è un paradiso verde, all’interno del quale si incontrano animali e piante di vario genere; la seconda ospita varie specie vegetali e animali ed è famosa perché al suo interno si adotta un modello di pesca sostenibile che fa scuola in Italia ed Europa.

Perché parlarne? Le spiagge di questo tratto della costa adriatica sono stupende: sabbia chiarissima mista a scogli, verde in ogni angolo, sentierini nascosti. Eppure, a poche decine di metri dal villaggio turistico, alle porte della riserva naturale, si apre uno scenario quanto mai inquietante. Le spiaggette miste a scogli che procedono verso nord sono ricoperte dai rifiuti: bottiglie in vetro, oggetti in plastica, galleggianti danneggiati, porzioni di lamiere, pneumatici.

Mi impressiona notare come io mi stia muovendo su una terra di nessuno, una zona completamente trascurata, dimenticata dalle autorità locali competenti e anche dalle associazioni ambientaliste presenti sul territorio. Camminare a piedi nudi sul bagnasciuga diventa rischioso, sia per le persone che per gli animali. Si può tuttavia trovare ancora qualche audace bagnante su una sdraio o, più incautamente, su un telo steso a terra, a prendere il sole.

Sono turbata, ma non mi meraviglio. Questa situazione non riguarda solo la costa adriatica salentina, interessa tutta la penisola: a gioielli naturalistici e bandiere blu, si alternano porzioni di territorio del tutto abbandonate.

Secondo alcuni dati riportati da Goletta Verde, lungo le spiagge italiane c'è stato un forte aumento di zone inquinate – fino al 36% del totale – includendo bagnasciuga e ambiente marino. Il Dipartimento della Protezione Civile spiega che gli agenti che maggiormente contribuiscono al degrado del litorale sono, oltre all’erosione naturale della costa, l’inquinamento da plastica e lo scarico dei reflui. In particolare, questi ultimi contribuiscono al peggioramento della qualità del mare, soprattutto in prossimità delle foci dei fiumi.

Nonostante siano aumentate le sanzioni per il comportamento scorretto dei bagnanti – sono state contate più di 13 mila infrazioni lungo le coste italiane nel 2022, incrementate nel corso dell’anno seguente – le regole continuano a non essere rispettate.

L’indagine Beach Litter di Legambiente per il 2025 ha messo in luce dati che vale la pena evidenziare. Sulle coste italiane, i rifiuti più numerosi sono i mozziconi di sigaretta, che rappresentano il 7,5% del totale – si parla di 75 mozziconi ogni 100 metri lineari di spiaggia – a cui seguono i cotton fioc in plastica (5,6%), banditi in Italia dal 2019. In più, da quanto risulta dalle indagini, a dominare la pila dei rifiuti presenti sulle spiagge italiane – e non solo – è la plastica monouso, insieme a reti e attrezzi da pesca.

Quanto si sente parlare di inquinamento e di plastica? Parecchio, eppure non basta. Questo elemento non solo è un fattore la cui presenza è altamente dannosa per l’ambiente (riflessione indiretta che potrebbe richiedere una certa sensibilità), ma anche per l’uomo (conseguenza diretta dalla quale pensiamo di essere miracolosamente immuni). Seguiamone brevemente il percorso: micro e macro plastiche si disperdono nell’ambiente, diventano cibo – involontario e fatale – di uccelli, che nella migliore delle ipotesi voleranno via per allontanarsi da noi, e di pesci che, purtroppo in larga misura, nuoteranno fino alle nostre tavole.

I dati riportati, certamente non esaustivi, dovrebbero quanto mai allarmarci. Quando capiremo che è già troppo tardi?


Buone pratiche

Vi piace il mare? Allora portate con voi un sacchetto nel quale raccogliere l’immondizia che si trova in spiaggia (è sufficiente farlo nel raggio di un metro dal proprio asciugamano); oppure segnalate alle autorità competenti comportamenti scorretti da parte di altri avventori, come la presenza di accumuli abusivi di spazzatura.

Basterebbe davvero poco per rendere più vivibile l’ambiente che abitiamo. A volte è sufficiente aprire gli occhi.